venerdì 5 luglio 2013

Se fosse toccato ai Comuni...


Questo blog vorrebbe essere un luogo di dibattito e di scambio di informazioni sul mondo delle Autonomie locali che, nella nostra Costituzione repubblicana, sono magistralmente sintetizzate all'articolo 5,

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principî ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.

Recentemente la Corte costituzionale si è espressa, dichiarando l'incostituzionalità di provvedimenti atti a modificare enti che "costituiscono la Repubblica" (art. 114) con decretazione d'urgenza, tentativo operato dal precedente Governo Monti ed ora, finalmente, obliterato dai giudici della Consulta.
Nonostante questa importante sentenza, l'attuale Governo è già all'opera per avviare una procedura di revisione costituzionale, cui speriamo che segua la stessa sorte, per elidere ogni riferimento al termine "provincia" dalla nostra legge fondamentale.
Sembrerebbe essere un chiaro accanimento terapeutico, e penso di essere ancora polite a non spingermi oltre...

Ma veniamo al titolo di questo primo post; poniamo il caso che, un domani, dicessero:

per perseguire il decentramento (art.5), con legge ordinaria istituiamo consigli di quartiere e di frazione; decidiamo poi che i consiglieri di quartiere e di frazione eleggono (elezione indiretta) i consiglieri comunali. Siccome questa riforma non piace, intanto commissario 5000 o 6000 comuni che sarebbero dovuti andare a a rinnovo a breve e poi, approfittando della perdurante crisi, dico che verranno elisi, come termine, dalla Costituzione, con un ddl di revisione costituzionale ad hoc, giustificando il tutto dicendo che resterà poi alle Regioni il compito di mettere mano a quel livello territoriale...

Ecco, ora sostituite il riferimento a "Comuni/comunali" con "Province/provinciali" e "consigli di quartiere e di frazione" con "consiglieri comunali" ed il gioco è fatto. In poche mosse, ecco il riassunto di come si può sospendere la democrazia di un ente preesistente lo Stato italiano stesso, senza usare carri armati o altre forme di violenza.

A questo punto, una revisione della Costituzione sarebbe veramente auspicabile: andrebbe incluso quello che da 60 e più anni è già presente in Germania, all'art. 28 della Legge Fondamentale,

(I) L'ordinamento costituzionale dei Länder deve corrispondere ai principi dello Stato di diritto repubblicano, democratico e sociale ai sensi della presente Legge fondamentale. Nei Länder, nei Distretti e nei Comuni il popolo deve avere una rappresentanza che emerga da elezioni generali, dirette, libere, uguali e segrete (...).
(II) Ai Comuni deve essere garantito il diritto di regolare, sotto la propria responsabilità, tutti gli affari della comunità locale nell'ambito delle leggi. Anche i Consorzi di Comuni [Gemeindeverbände] hanno, nei limiti dei loro compiti fissati dalle leggi, il diritto all'autonomia amministrativa nei limiti delle competenze loro attribuite dalle leggi.

Ovvero una garanzia esplicita riguardante la democraticità di enti che, attualmente, "costituiscono" la Repubblica Italiana, poiché, e lo abbiamo visto con le Province, l'articolo 1 potrebbe non essere sufficiente.




Luca Beccaria